Alimenti per celiaci e sport: il potere della pubblicità

In palestra, sul web, sui giornali, addirittura in tv si continuano a sentire persone che sostengono come mangiare senza glutine, pur in assenza di una patologia che ne richieda l’esclusione (quali celiachia, allergia o intolleranza al glutine), faccia bene. Questo tipo di dieta viene soprattutto suggerita agli sportivi con il fine di migliorare la propria digestione e performance.

QUALI EVIDENZE?

Nessuna. Con la ricerca dell’ultimo decennio si è capito che la gliadina, frazione del glutine, è sì potenzialmente problematica per tutti gli uomini ma l’organismo sviluppa un meccanismo di protezione che mette al riparo i villi intestinali dalla sua azione e solo quando questo non accade (per una predisposizione genetica insieme ad un’azione dell’ambiente) si instaura una patologia che richiede come unica cura attuale l’esclusione del glutine.1,2

Perciò, chi non è celiaco, allergico o intollerante al glutine non deve eliminare il glutine perché non ne trarrà nessun vantaggio, tanto meno nello sport!

Tra l’altro gli alimenti disponibili in commercio privi di glutine, anche se le aziende alimentari li stanno migliorando, tendono spesso e volentieri ad essere ricchi di grassi e additivi per cercare di dare un gusto e una consistenza al prodotto che solitamente è data dal glutine; quindi non favoriscono il mantenimento del peso, ma anzi eventualmente un aumento o comunque una dieta meno equilibrata.

 

LO STUDIO

La ricercatrice Dietista Dana Lis ha condotto uno studio in Australia su 13 ciclisti professionisti nessuno dei quali affetto da celiachia, allergia o intolleranza e per due settimane li ha sottoposti a quello che loro ritenevano una dieta senza glutine, in realtà somministrandogli, solo per la prima settimana, una dieta gluten-free e nella seconda settimana alimenti contenenti glutine apparentemente del tutto uguali ai primi, ad insaputa dei partecipanti.

I risultati non hanno lasciato dubbi: non è emersa differenza, in termini di sintomi gastro-intestinali e di prestazioni, tra la prima e la seconda settimana. Inoltre, può creare fobia e stress senza valida motivazione che per tutti e ancor più per gli atleti non sono sensazioni desiderabili.3

È solo uno studio, di breve durata e svolto su pochi atleti, ma andrebbe vista più come una conferma alla teoria che già non lascia spazio a questa tesi.

Perciò, come sempre, no alle diete fai dai te e attenzione ai media. Rivolgetevi a professionisti della nutrizione (Dietologi e Dietisti) per ottenere risultati affidabili, sicuri e migliori in termini di salute generale e prestazioni sportive.

 

1 Gliadin, zonulin and gut permeability: Effects on celiac and non-celiac intestinal mucosa and intestinal cell lines- Sandro Drago, Ramzi El Asmar, Mariarosaria Di Pierro, Maria Grazia Clemente, Amit Tripathi Anna Sapone, Manjusha Thakar,  show all

2 Spectrum of gluten-related disorders: consensus on new nomenclature and classification- Sapone A, Bai JC, Ciacci C, Dolinsek J, Green PH, Hadjivassiliou M, Kaukinen K, Rostami K, Sanders DS, Schumann M, Ullrich R, Villalta D, Volta U, Catassi C, Fasano A.

3 No Effects of a Short-Term Gluten-free Diet on Performance in Nonceliac Athletes- Dana Lis, Trent Stellingwerff, Cecilia M. Kitc, Kiran D. K. Ahuja, James Fell

 

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